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venerdì 22 agosto 2008

Parliamo di acqua...
Certe volte l'Homo Sapiens, il Sapiens non se lo merita proprio: l'acquedotto comunale di Mestre attinge la propria acqua presso le sorgenti del fiume Sile, esattamente le stesse fonti da cui attinge anche lo stabilimento locale della San Benedetto. Eppure a Mestre sono molte le persone che comperano l'acqua minerale al supermercato e guarda a caso la più venduta è proprio la San Benedetto. L'interessante aneddoto arriva dalla prima uscita ufficiale della newsletter dei Grilli Altoparlanti, che invitano a sottoscrivere la campagna lanciata da Altreconomia per mettere fuori legge la pubblicità delle acque minerali in bottiglia (http://www.altreconomia.it/acqua ). Forse non eravate neanche a conoscenza del fatto che le aziende dell'acqua in bottiglia pagano una tassa annuale per poter attingere dalle fonti. La Ferrarelle, ad esempio, paga alla Regione Campania la folle cifra di 506 euro all'anno, la San Benedetto versa invece alla Regione Abruzzo molto di più, 555 euro all'anno. Cifre irrisorie se si considera che nel 2001 la Lombardia, solo per lo smaltimento delle bottiglie in plastica, ha speso tra i 45 e i 50 miliardi di lire e che il fatturato del mercato dell'acqua minerale è di circa 2.500 miliardi di euro. Per fortuna ci sono anche buone notizie. E' stata approvata una proposta dei Verdi per bloccare la privatizzazione degli acquedotti italiani, fino a quando non verrà presentata l'intera riforma del settore. "L'acqua - spiaga Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi - è un bene comune e universale che non può diventare fonte di profitto per pochi grazie alle privatizzazioni. Affidare la gestione delle risorse idriche a società private è dannoso anche dal punto di vista del risparmio perchè, per aumentare i profitti, si incentiva l'aumento dei consumi".
Grande vittoria contro le banche armate!!!
La buona notizia del giorno è certamente l'annuncio di Valter Serrrentino, responsabile CSR (Responsabilità sociale d'impresa) del gruppo bancario Intesa-Sanpaolo, che entro poche settimane approverà un nuovo regolamento interno che vieta di operare nel settore del commercio di armi. Intesa-Sanpaolo esce dalle banche armate e se si pensa che nel 2006 i due istituti finanziari hanno fornito servizi in appoggio alle esportazioni italiane di armi per ben 400 milioni di euro, la notizia è una bomba (questa sì, davvero intelligente). Serrentino ha precisato che "la nuova scelta dovrebbe scattare dal 1° luglio. L'anno prossimo quindi Intesa-Sanpaolo sarà in parte ancora presente nella lista contenuta nella Relazione della Presidenza del Consiglio al Parlamento, ma poi dovremmo rapidamente scendere. Come possiamo scegliere di non finanziare un progetto per il rischio creditizio, così possiamo scegliere di non partecipare ad un certo business a causa del rischio di reputazione". E' l'ennesimo risultato positivo della Campagna di pressione alle banche armate (http://www.banchearmate.it/ ), lanciata 8 anni fa e che mira a colpire il commercio di armi togliendo l'appoggio delle istituzioni finanziarie, il carburante che muove tutta la struttura. Finora sono uscite dal settore il Monte dei Paschi di Siena e ci sono impegni, per ora solo parzialmente rispettati, di Unicredit e Capitalia. Teniamoli d'occhio!!!
Habemus solarium
Un tetto giardino con pannelli solari fotovoltaici verrà installato nei prossimi mesi in Vaticano, e più precisamente sulla Sala Udienze Paolo VI. L'impianto permetterà di soddisfare tutto il fabbisogno energetico dell'edificio (riscaldamento, aria condizionata e illuminazione, che è già efficiente grazie alle lampade a Led). Altri impianti solari verrano installati più avanti su altre strutture della Città del Vaticano, c'è molta fede nelle energie rinnovabili...

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