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mercoledì 6 aprile 2011

AOWA: i saponi della Palestina

Un progetto di cooperazione a più mani per le donne di Aowa in Palestina.

sapone olio
            oliva

 
saponi
Sapone artigianale all'olio di oliva Tris di saponiartigianali all'olio di oliva

Un atto concreto, un simbolo di libertà e di riscatto, un percorso di empowerment femminile in Cisgiordania attraverso la produzione di saponi per 12 donne di Jenin legate ad  AOWA, associazione di donne che, insieme alle varie attività di mutuo sostegno a livello familiare e sociale, ha avviato anche attività per la generazione di reddito, con lo scopo non solo di mitigare la condizione di povertà delle famiglie coinvolte ma anche di rafforzare il ruolo delle donne nel tessuto sociale e politico palestinese, anche attraverso il riconoscimento del loro ruolo nell’economia familiare.
Il gruppo, che da qualche mese fa parte del progetto di cooperazione avviato da Ponte Solidale (Pg) , finanziato da Chiesa Valdese e sostenuto da Altromercato, lavora in una zona estremamente disagiata della Cisgiordania in Palestina, in un piccolissimo laboratorio di 30 mq che funge anche da spazio animazione per i bambini; fino all’anno scorso in questo spazio veniva prodotto un sapone grezzo, con parecchi problemi produttivi e carenza di strumenti, utilizzato esclusivamente come materia prima, in piccole percentuali, garantendo perciò vendite scarse. 
E’ importante tener conto delle particolarità legate al luogo in cui il progetto AOWA è nato: se infatti in molti altri Paesi le difficoltà sono per lo più legate alla tecnologia ed alla organizzazione produttiva (che vengono comunque spesso reperite ed implementate senza ostacoli “politici”), in Palestina si aggiungono anche le enormi difficoltà che la popolazione incontra ad accedere a risorse esterne (materiali ed umane) e le enormi difficoltà che incontrano anche coloro che risorse umane a materiali in Palestina vorrebbero portare.
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Il concetto di prigione a cielo aperto per una popolazione che deve sudare ogni singolo risultato e che trova immense difficoltà per poter accedere ad un frullatore ad immersione come ad una bilancia elettronica, ben si adatta alla reale situazione. 
A volte è stupefacente come piccole cose possano cambiare la prospettiva e la vita delle persone. 
Tramite il progetto infatti si sono svolte 2 missioni durante le quali sono stati effettuati semplici interventi ed apportate piccole migliorie, che hanno permesso di ottenere risultati incredibili.
La revisione delle formulazioni in modo semplice ma strutturato, che prevede un metodo di produzione a freddo, con solo olio di oliva, soda e erbe o oli essenziali naturali come coloranti e profumazioni. Il timo, ad esempio, erba aromatica tipica della zona che da il colore verde ai saponi, mentre le tonalità violacee sono rese dal seme macinato di lycopsis, anch’esso molto diffuso in Palestina. I profumi sono solo da oli essenziali mediterranei come alloro, lavanda e menta.
L’introduzione di alcuni semplici strumenti come bilance elettroniche, termometri, piccoli mixer da cucina, pentole a bordo alto, alcune accortezze nella scelta delle materie prime da lavorare e la costruzione di stampi di legno in loco hanno dato una svolta al processo produttivo. 
Tutto il gruppo ha partecipato con entusiasmo e sperimentato i diversi metodi di produzione e le attività relative alla sicurezza sul lavoro e ad ognuna delle donne è stato assegnato un diploma. 
La ricerca di soluzioni per il confezionamento in loco ha permesso di poter realizzare interamente all’origine due prodotti, una barra da 80 g e un formato da piccolo regalo con 3 saponi da viaggio. 
In questo modo il valore aggiunto riconosciuto alle donne è decisamente elevato, non solo in termini economici come fonte significativa di reddito, ma anche come maggiore competenza professionale riguardo a tutte le fasi di produzione e la costruzione del prezzo giusto, e possibilità di vendere il loro prodotto non solo per l’ esportazione verso il circuito equo e solidale altromercato, ma anche a livello locale, dove i saponi verranno venduti in lingua araba. 
Tuttavia il risultato più interessante ed evidente è la fierezza, la dignità e la motivazione di queste donne per le quali i saponi significano anche valorizzazione sociale e autorganizzazione. L’obiettivo futuro resta certamente quello di allargare ad altre donne questo orizzonte. 

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